Progetto per l’area tra la stazione di Porta Garibaldi e via Galilei, 1979

Il progetto, relativo alla sistemazione della grande area libera tra la stazione di Porta Garibaldi e via Galilei, viene elaborato nel 1979 dallo studio Gregotti Associati con la consulenza urbanistica dello studio Laris, su invito della rivista “Casabella”1. L’iniziativa è legata alla presentazione della variante al piano regolatore di Milano, cui è dedicato il numero di ottobre-novembre della rivista, diretta da Tomás Maldonado2. Sono invitati dieci progettisti: Gae Aulenti, Lodovico Belgiojoso, Guido Canella, Ignazio Gardella, Vittorio Gregotti, Franca Helg, Vico Magistretti, Aldo Rossi, Vittoriano Viganò, Marco Zanuso e Carlo Aymonino3. I progetti interpretano le indicazioni del nuovo piano urbanistico, che accoglie le richieste di verde e servizi degli abitanti del limitrofo quartiere Isola e accantona l’idea del Centro Direzionale e degli “assi attrezzati”, previsti dal piano regolatore del 19534, dando la precedenza agli spazi liberi a verde e a una limitata edificazione per abitazioni e uffici nelle aree perimetrali.

Il progetto di Gregotti Associati, che comprende il sedime delle infrastrutture ferroviarie ottocentesche e alcune propaggini che si proiettano all’esterno, tiene conto anche del progetto per il Passante Ferroviario: esso non solo determina un’eccezionale accessibilità per questa e le altre zone servite, potenziale “nuovo centro urbano della regione”5, ma consente di dare a Milano una nuova “armatura” lineare di spazi verdi, corrispondenti alle varie stazioni, contrapposta alla struttura radiocentrica della città.

Cardine del progetto, inteso dunque come caso-campione, è il grande parco lineare sopraelevato tra la stazione di Porta Garibaldi e via Galilei, definito da doppi filari di alberi sui lati e da un prato centrale, che segue l’asse della ferrovia ottocentesca – riproposto dal Passante – e integra il terrapieno esistente, di cui ripristina la larghezza originaria6. L’efficacia di questo gesto è assicurata dalla compattezza dei quartieri circostanti e dalla continuità con il sistema degli spazi verdi esistenti (i Giardini Pubblici, il Parco Sempione, piazza della Repubblica, i viali dei bastioni, i giardini di viale Restelli) e ipotizzati dal progetto. Il terrapieno è inteso come nuovo bastione, che separa e insieme connette la città storica e le espansioni ottocentesche; le sue testate corrispondono a due stazioni di interscambio del passante e della metropolitana, evidenziando il principio urbanistico sotteso al progetto7.

Nel parco principale si innesta l’asse verde di viale Restelli, anch’esso di origine ferroviaria, cui si affiancano la nuova sistemazione di piazza Einaudi e, più a nord, l’area degli ex vivai, destinata a circo e luna park8.

Altri interventi completano il progetto, integrandolo con i quartieri circostanti9: il cavalcavia dietro la stazione di Porta Garibaldi diventa un mercato coperto; gli spazi verso il centro storico accolgono nuovi edifici residenziali; a sud della stazione viene completata la cortina di edifici alti porticati lungo viale Sturzo, scavalcando l’imbocco di corso Como con una struttura a ponte; le aree a nord, verso il quartiere Isola, vengono completate da edifici residenziali a terrazze e a corte; nell’isolato tra via De Castillia e via Confalonieri i capannoni industriali esistenti vengono recuperati per attività commerciali e artigianali; infine, grandi corti per attrezzature sociali e sportive di quartiere sono inserite nell’area della Lunetta10.

Il progetto prevede anche la riorganizzazione del traffico: abolito l’asse di viale della Liberazione, la viabilità primaria viene incanalata sui viali di circonvallazione e su via Melchiorre Gioia, mentre la viabilità di quartiere è riorganizzata con strade che sottopassano il terrapieno, applicando un principio di ricucitura anche viabilistica tra le aree segregate – oggi come allora – dalle grandi arterie di traffico11.

Uno degli aspetti di maggiore interesse della proposta è la sua appartenenza a un filone di progettazione urbana, basato sull’individuazione e valorizzazione degli elementi strutturanti della città, che emerge periodicamente nella storia di Milano: dai progetti di Leonardo da Vinci, ai piani di età napoleonica, a quelli elaborati nel secondo quarto del Novecento da Giuseppe de Finetti12. Il cuore del progetto – il grande parco lineare sopraelevato – rafforza uno degli assi storici della città, quello della direttrice ferroviaria ottocentesca determinata dalla posizione della vecchia Stazione Centrale, che viene a coincidere con il nuovo Passante, ma tiene conto anche del più antico asse ferroviario milanese, quello della linea Milano-Monza (1840). La scelta del parco sopraelevato valorizza il terrapieno esistente – utilizzato inizialmente come scalo merci, poi come terminale delle ferrovie Varesine e infine come luna park – facendone una versione moderna del passeggio settecentesco dei bastioni, ormai scomparsi o degradati a strada di grande scorrimento13. Lo stesso disegno del parco rievoca le alberate neoclassiche dei bastioni, dei Boschetti e dei primi Giardini Pubblici, o dei giardini del Palais-Royal a Parigi, senza trascurare l’ambizioso progetto di inizio Ottocento per un grande orto botanico e ménagerie proprio sull’area tra il naviglio della Martesana e il Lazzaretto14.

L’idea del parco lineare si ritrova in successivi progetti di concorso per Milano, anch’essi irrealizzati: il progetto di Virgilio Vercelloni e collaboratori per l’asse Centrale-Repubblica (1988), il progetto di Salvatore Bisogni e collaboratori per l’area ex Varesine (1991), il progetto di Jean-Pierre Buffi e collaboratori per l’area della ex Fiera Campionaria (2004)15.

Sull’area ex Varesine sorge oggi il quartiere Porta Nuova, costruito a partire dal 2007 per iniziativa di imprenditori privati e su progetto di vari studi di architettura stranieri e italiani. Il nuovo quartiere si può intendere come attualizzazione in chiave spettacolare e globalizzata del vecchio progetto per il Centro Direzionale, di cui ripropone la miscela di commercio, terziario e residenza di lusso. I nuovi edifici compongono una collezione eterogenea di “personaggi” architettonici – in concorrenza tra loro e perlopiù indifferenti al contesto della città – agli antipodi rispetto al progetto di Gregotti Associati e agli altri progetti elaborati per “Casabella”16.

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