
Anni ‘30 / ‘40
Gli anni Trenta a Milano sono segnati dal piano regolatore del 1934, che determina la costruzione densa dei quartieri di espansione e massicci sventramenti e ricostruzioni nel centro. La maggioranza dei nuovi edifici è progettata dagli architetti novecentisti – tra cui Muzio, Ponti, Lancia – in forme compatte e sintetiche, di ispirazione classica. Negli edifici pubblici e rappresentativi tale stile si combina spesso con il monumentalismo romano di Piacentini. A questa produzione si contrappongono i giovani razionalisti – Lingeri, Terragni, Albini, Figini e Pollini, Bottoni, i BBPR e altri – che ingaggiano una battaglia culturale per imporre il linguaggio del Movimento Moderno europeo ed esprimono i loro obiettivi sociali nei quartieri per l’edilizia popolare. Ci sono poi figure “fuori dal coro” come de Finetti, antifascista e autore di progetti urbani alternativi a quelli ufficiali, e Portaluppi, che mescola disinvoltamente repertori stilistici diversi. Con lo scoppio della guerra l’attività edilizia si arresta e il centro della città subisce pesanti bombardamenti che rendono necessaria una vasta opera di ricostruzione.