
Anni ‘70 / ‘80
Gli anni Settanta dell’architettura milanese viaggiano su due binari opposti: da un lato prosegue l’attività degli architetti già affermati, in continuità con l’esperienza del ventennio precedente; dall’altro compaiono figure che introducono un nuovo approccio teorico e ideologico. Gli architetti della nuova generazione – tra cui Gregotti, Vercelloni, Canella, Rossi, Grassi – affiancano la professione alla ricerca, all’insegnamento e all’impegno politico, contribuendo alla difesa del centro storico e alla costruzione di edifici pubblici nell’hinterland milanese. Nei primi anni Ottanta, in concomitanza con l’approvazione del nuovo piano regolatore, la situazione cambia nuovamente: la chiusura delle fabbriche e lo sviluppo del terziario pongono la questione del riuso delle aree dismesse, mentre dilaga la costruzione di edifici per uffici, soprattutto in periferia. Un nuovo atteggiamento culturale porta nell’architettura una componente ludica e giocosa, con il rifiuto dell’International Style e l’impiego di forme e materiali tecnologici o riferiti alla tradizione storica.