L’Arengario
Gianni Albricci, Augusto Magnaghi, Mario Terzaghi, Pier Italo Trolli, Marco Zanuso
PROGETTO PER PIAZZA DEL DUOMO
1937
In occasione del concorso per l’Arengario, un gruppo di giovani laureati e laureandi del Politecnico propone un edificio di forme razionaliste, dove sorgono oggi i padiglioni gemelli realizzati tra il 1939 e il 1956 su progetto di Enrico Griffini, Pier Giulio Magistretti, Giovanni Muzio e Piero Portaluppi. Il progetto consiste di un cubo di vetro trasparente, sostenuto da un sottile telaio metallico e lievemente rialzato su un podio. Gli spazi interni sono delimitati da pareti in pietra, mentre la tribuna, affacciata verso il Duomo, è contenuta in un semplice parallelepipedo in muratura. Una passerella chiusa collega l’Arengario con Palazzo Reale, innestandosi nella grande parete in pietra che delimita il palazzo e fa da fondale al cubo di vetro.
Sobrietà, leggerezza e trasparenza come antidoti alla retorica del regime fascista.
Approfondimenti«Il contrasto tra particolare e universale e tra individuale e collettivo emerge dalla città e dalla costruzione della cosa stessa: la sua architettura. […] esso si manifesta sotto diversi aspetti, nei rapporti tra sfera pubblica e sfera privata, nel contrasto tra la progettazione razionale dell’architettura urbana e i valori del “locus”, tra edifici pubblici e edifici privati».
Aldo Rossi, L’architettura della città, Marsilio, Padova, 1966